Le nozioni non bastano. Si può imparare tanto e bene sui libri di scuola, ma oggi più che mai risulta necessario saper agire le competenze nella realtà.

In un linguaggio colloquiale, si dice che i docenti devono saper “far stare al mondo” i propri studenti.

Ma come farlo nel lavoro concreto e quotidiano in classe?

Lavorare per competenze trasversali: i vantaggi

Adottare un metodo di lavoro basato sullo sviluppo delle competenze trasversali porta con sé alcuni vantaggi indiscutibili:

  • assumere comportamenti consapevoli
  • risolvere i problemi in autonomia
  • sviluppare un pensiero critico senza farsi trascinare dal gruppo
  • stimolare l’intelligenza

se i programmi Ministeriali sono scomparsi ormai da anni, l’unica richiesta che viene fatta rimane quella di insegnare e far apprendere per competenze.

Gli insegnanti sono liberi di insegnare le discipline come vogliono, secondo scienza e coscienza.

L’unico vincolo è contenuto nelle Linee guida, declinate per l’appunto in termini di competenze, che gli studenti dovranno possedere via via, al termine del primo biennio, del secondo biennio e del quinto anno.

Competenze trasversali: cosa sono?

Si tratta di imparare a trattare un qualsiasi argomento secondo un approccio multidisciplinare.

Spronare gli studenti a sviluppare questo metodo di studio è stato ritenuto così importante da modificare anche le modalità degli esami di Stato, incentrati proprio su una tesina strutturata in questo modo.

Saper fare collegamenti fra discipline diverse è la regina delle competenze trasversali. Dà soddisfazione, è motivante e rende più intelligenti.

Fonte: https://www.tecnicadellascuola.it/competenze-trasversali-a-scuola-non-bastano-le-conoscenze-bisogna-anche-saperle-applicare-nella-realta